Gli umanoidi che governano (anche) le olimpiadi trattano il copione con gli avvocati degli androidi in gara. Qualche umano ancora vince, ma sono le ultime comparsate di una razza in estinzione. Non c'è agonismo buono; androidi e umanoidi vogliono sopraffare gli umani e ci riescono nell'inconsapevolezza delle vittime. Eppure, l'olimpiade era l'interruzione pubblicitaria tra una guerra e l'altra: un'occasione per preparare meglio la battaglia successiva e rinnovare la voglia di tornare a pugnare. Ma poi le grandi guerre hanno fermato i giochi e mai più un'olimpiade ha bloccato una scaramuccia. Semmai sono gli stessi interessi economici che muovono la commedia politica sglobalizzata a inciuciare con l'arma dello sport. Eserciti di atleti si sfidano e il medagliere rinvigorisce lo sciovinismo. Il tifo amorale getta un'ombra scura sulla realtà umana. Troppo poco umana.
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